Develop yourself
Human and Spiritual Development are one thing
Free yourself from all the psychological blocks that limitate your development
I am a Psychotherapist and a spiritual person.
I like to think that my mission in this world is to help people to develop fully and to became who they really are.
With this purpose I offer Psychotherapy and Hypnotherapy in presence (in London) or through Skype.
If you think I can help you please contact me:
The sessions are not too expensive as I aim to help as many people as possible and I also offer group psychotherapy and hypnosis experiences.
Concetta
lunedì 11 giugno 2012
Mia moglie è Borderline ovvero come costruire un Sé solido e flessibile nelle relazioni emotivamente impegnate con persone affette da disturbo borderline di personalità e come utilizzare la teoria dell'attaccamento per la comprensione di tale disturbo
Il soggetto con disturbo di personalità borderline (DBP), come sa bene chi ha a che fare con persone che ne sono affette, tra le tante caratteristiche, ha quella di essere ipersensibile alle critiche soprattutto se fatte da persone a cui è legato e di non riuscire a mettere in discussione i propri modi di essere e di fare.
Egli legge nelle critiche la minaccia di abbandono e muta improvvisamente umore, come conseguenza può assumere comportamenti antisociali o autolesivi (allontanarsi dalla persona che ama, avere scoppi di ira, diventare violento, farsi del male).
La minaccia di abbandono può essere reale o solo paventata in seguito alla critica.
Viene meno il confronto con la realtà per cui il soggetto con DBP, invece di interrogarsi e cercare di rimediare agli errori eventualmente commessi e per i quali viene criticato, muta improvvisamente atteggiamento nei confronti della persona amata, si mostra distaccato e critico nei suoi confronti, tattica che sembra voler dire che "se la persona che mi critica si sbaglia io non posso venir rifiutato per i miei difetti perchè non ne ho".
Questo atteggiamento, che spesso diventa una barriera invalicabile per chi gli sta accanto, ha naturalmente l'effetto di allontanare la persona amata che dal canto suo si trova di fronte a una reazione incomprensibile ed eccessiva.
Così il soggetto con DBP provoca proprio quella situazione da cui voleva fuggire (profezia autoavverante) e si ritrova solo.
Se gli si chiede quali sentimenti ha provato nel momento in cui è stato criticato si scopre che ha provato la sensazione di non essere amato e una profonda e pervasiva paura di essere abbandonato che gli hanno fatto attivare dei meccanismi di difesa disfunzionali.
Da dove vengono questi sentimenti?
È evidente che quando si viene criticati non ci si sente a proprio agio, anche quando si ha coscienza di aver sbagliato. Un soggetto che reagisce a una critica in modo normale inizialmente si sente afflitto ma poi ragionando capisce che se la persona che lo ama lo critica non lo fa perchè lo sta rifiutando ma perchè vuole aiutarlo a correggere i suoi difetti, solo se ci si sente amati si può accogliere questa richiesta di cambiamento.
Il soggetto con DPB ha difficoltà a sentirsi amato e spesso questa difficoltà è legata più al vissuto dell'infanzia che a quello presente.
Jhon Bowlby nel descrivere i modelli operativi interni (Internal working model IWM) ha parlato di questa caratteristica che è la azione di filtro che gli IWM operano sulle informazioni che vengono dal mondo, volendo fare un'ipersemplificazione si potrebbe dire che se io ho un IWM che mi determina un attaccamento non sicuro e il mio partner mi dice che mi ama e poi mi fa notare che ho un difetto io ricevo solo il secondo messaggio e mi comporto come se non mi sentissi amato, è evidente che c'è stata una selezione, un filtro delle informazioni ricevute e quindi una distorsione della realtà. Vorrei far notare che spesso questo meccanismo avviene a livello inconscio e che quindi il soggetto sostiene di sentirsi amato ma di fatto si comporta come se non fosse così.
Perchè questo filtro?
Perchè ci relazioniamo con le persone nel modo in cui abbiamo imparato a fare nell'infanzia dalla relazione con la madre o comunque con la Figura di Attaccamento (FdA) che è la persona che ci ha offerto cure continuative durante il primo anno di vita.
Questo vuol dire che se la FdA non capisce e non è sensibile ai bisogni del bambino, se non è emotivamente o fisicamente vicina, se non fornisce cure amorevoli e pronte o non le fornisce basandosi sui reali bisogni del bambino questo crescerà con la convinzione di non essere amabile e da qui tutte le conseguenze che abbiamo descritto sopra.
E adesso veniamo ad esaminare cosa vuol dire avere un Sè solido e flessibile per chi ha una relazione emotivamente impegnata con persone con DBP.
Il Sè solido e flessibile, secondo la definizione di Scharch, è il primo punto di bilanciamento che permette di mantenere relazioni solide e durature. Avere un Sé solido e flessibile significa entrare in una relazione di profonda intimità rimanendo sè stessi.
Nella tempesta emotiva che provoca il soggetto con DBP rimanere sè stessi vuol dire capire innanzi tutto che la sofferenza emotiva dell'altro non è la propria, mantenere la calma e cercare di comportarsi nel modo più amorevole possibile senza rispondere agli attacchi.
Comprendere il motivo vero per cui la persona con DBP si comporta così vuol dire avere la possibilità di scusarla e di accoglierla anche nelle reazioni che possono sembrare più esagerate.
Questa disconferma del proprio modello di non amabilità è l'unica medicina possibile ma purtroppo richiede tempo, pazienza e sacrificio da parte della coppia; e soprattutto richiede una solidità della persona tale da rimanere salda di fronte ai continui abbandoni e scatti d'ira, una sicurezza interiore che fa vedere l'amore che l'altro ha anche quando è sepolto da strati di rabbia e nascosto da tonnellate di paura e di tensione.
Rimanere Sè stessi significa continuare ad amare come avremmo fatto, sapere chi si vuole essere e non lasciarsi trascinare dal vortice del dolore e del male.
Il male infatti è un vortice di distruzione che risucchia la vita e la felicità delle persone propagandosi da una generazione all'altra con una forza che può essere arrestata e vinta solo con un Amore forte e coraggioso.
Non c'è nessun carnefice e nessuna colpa se non quella di non aver avuto il coraggio di reagire. Nessun carnefice perchè il carnefice è lui stesso vittima di sè stesso e di chi lo ha fatto diventare un involontario carnefice. Lo stesso vale per i genitori del carnefice, carnefici e vittime anche loro e così via di generazione in generazione.
Avere un Sè solido significa imparare ad amare così. Comprendere, accogliere, soccorrere l'altro senza farsi distruggere. Dove farsi distruggere non significa solo soffrire ma anche perdere la propria identità, essere "costretti" a comportarsi come non si vorrebbe e a far del male a chi si ama.
Avere un Sè flessibile però significa anche essere capaci di mettersi in discussione, di verificare e modificare il proprio comportamento in modo da non ferire in alcun modo la persona amata, in un allenamento che ha una posta in gioco molto alta. È come correre sul ciglio di un burrone, imparando ad evitare i sassi e le buche e risalire sù con grande sforzo ogni volta che si cade. Un allenamento degno di Goku! (il protagonista di Dragon Ball)
Saremo capaci di accettare la sfida?
Segue una descrizione del Disturbo Borderline di Personalità:
Gunderson e Singer (1975) identificarono sei caratteristiche cliniche del disturbo:
1- relazioni interpersonali instabili ed intense
2- comportamento cronicamente autodistruttivo
3- paure di abbandono croniche
4- affettività disforica cronica
5- distorsioni cognitive
6- impulsività e scarso adattamento sociale
Difficoltà a stabilire delle relazioni interpersonali stabili: oscillano dalla idealizzazione delle persone alla loro più completa svalutazione; in pratica, non esistono categorie intermedie di valutazione degli altri, i quali appaiono, pertanto, o tutti buoni o tutti cattivi. La stessa alternanza investe anche il piano emotivo, per cui essi possono passare indifferentemente dalla rabbia all'amore.
Questi comportamenti e vissuti fortemente contraddittori vengono sperimentati anche in relazione al Sé; infatti, possono coesistere indifferentemente rappresentazioni di sé del tutto opposte che si alternano di continuo senza che il paziente ne abbia consapevolezza.
Disturbi dell’identità: avvertono continuamente un profondo senso di vuoto e necessitano della presenza altrui per sentirsi in qualche modo delle persone “vive”. La sensazione di “non esistere” pervade l’esistenza di questi pazienti che, pertanto, vanno ad instaurare delle relazioni tese alla totale dipendenza dalle persone del proprio ambiente che diventano per loro assolutamente indispensabili. Infatti, di fronte a qualsiasi tipo di abbandono, reale o immaginario, i borderline avvertono un profondo senso di annientamento che li spinge spesso a trasformare l’idealizzazione dell’altro in una totale svalutazione. Esplosioni violente di rabbia, ira ed ostilità, oltre che frequenti insulti ed acting-out: il loro comportamento è, in questo senso, particolarmente impulsivo e può tradursi in una serie di atteggiamenti potenzialmente dannosi, quali l’abuso di sostanze stupefacenti, i furti, la guida spericolata, frequenti abbuffate e comportamenti sessuali indiscriminati. Ipersensibilità all’abbandono: responsabile delle intense oscillazioni emotive ed affettive che caratterizzano le relazioni di tali soggetti.
Questi sono spesso sottoposti a bruschi cambiamenti di umore, che oscillano da stati depressivi a condizioni di intensa irritabilità, associati a volte a sentimenti di profonda ansia. Gesti autolesivi e tentativi suicidari a cui si accompagna una particolare tendenza a godere degli atti di automutilazione: frequentemente possono procurarsi ferite e bruciature, riferendo di non avvertire alcun dolore, ma solo una sensazione di sollievo dall’ angoscia e dalla rabbia (Bellodi, Battaglia, Magone, 1992). Gravi sintomi dissociativi: sono frequenti rotture dell’esame di realtà e distorsioni cognitive nel contesto interpersonale, che si manifestano sottoforma di episodi deliranti di abbandono da parte delle figure più significative. In conclusione, questi pazienti “sono persone di cristallo, delicate da toccare, facili a rompersi e pericolose quando sono in frantumi” (Bellodi, Battaglia e Migone, 1992).
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Caro amico o amica,
RispondiEliminavorrei farti un monumento. Mia moglie ricade al 100% nel quadro da te dipinto.
Abbiamo due figli in età scolare e questo mi impedisce decisioni drastiche, come una separazione.
L'ennesima baruffa ieri sera. Per un motivo futile che non vale nemmeno la corrente utilizzata per scriverlo.
Comunque leggere articoli come il tuo mi danno la speranza che ci sono altri Goku come me, che si destreggiano in labirinti pieni di insidie e trappole, ma per il bene della mia famiglia, mi costringo a percorrerlo incurante del pericolo e della sofferenza che mi porta.
A descrivermi cosi mi sento veramente un supereroe :)